Boom di nuove droghe sintetiche e i nomi si ispirano alle serie tv

Boom di nuove droghe sintetiche e i nomi si ispirano alle serie tv

15 Giugno 2015 Off Di fabrizio

Si comprano sul web e fanno concorrenza alle organizzazioni criminali tradizionali

La droga su Internet è un gioco goliardico, ammicca sullo scaffale virtuale come un fumetto o un nuovo videogame. Può chiamarsi «Blue Stuff» e citare nell’immagine stampata sulla confezione la serie tv «Breaking Bad», dove un mite professore di chimica in crisi inizia a produrre «Blue Sky», la droga blu che lo trasformerà in un boss sanguinario. Circola su siti che che dichiarano di offrire «molecole per la ricerca chimica» e poi spediscono a casa da Regno Unito e Germania bustine da un grammo di cristalli a venti euro, oppure pellets, «gogaine», cannabinoidi sintetici, etilfenidato e fenetilamnine.
Tra il 2010 e il 2014 in Italia sono comparse 450 nuove molecole d’abuso disponibili sul mercato. E gli Stati arrancano, costretti ad aggiornare senza sosta le tabelle delle sostanze proibite per provare a tenere il passo delle nuove molecole chimiche sintetizzare a getto continuo in laboratori spesso basati in Cina.
Un fenomeno di nicchia, qualcuno si ostina ad affermare. Riservato ai giovanissimi e confinato in ristrette cerchie di «psiconauti» che sperimentano nei rave o a domicilio e poi condividono esperienze nei forum. «Anche la cocaina è stata un fenomeno di nicchia per decenni in Italia», dice il dottor Paolo Tagliaro dell’Università di Verona che per il Dipartimento Politiche Antidroga ha condotto una ricerca sulle nuove droghe. «Metà della casistica da noi riscontrata riguarda persone sopra i 35 anni», ricorda invece il dottor Carlo Locatelli del Centro Antiveleni di Pavia. Mentre l’Italia non ha ancora deciso se rilanciare o conservare il Dipartimento Politiche Antidroga teenager, studenti e professionisti in cerca di evasione a basso rischio (sul fronte legale) scoprono sempre più numerosi il fascino del «buy-chemicals» on line. Un mercato diventato fonte di concorrenza per le organizzazioni criminali, in grado di sfuggire al loro controllo.
Ci sono molecole la cui circolazione è già segnalata in Europa ma ancora mai sequestrate in Italia: è il caso della MT-45, oppioide sintetico dagli effetti assimilabili a quelli dell’eroina. Ha già fatto diversi morti in Nord Europa e si compra da casa, per esempio su un sito canadese. Altra novità che sta trovando larga diffusione in Italia sono le 25-NBOME, una famiglia di fenetilammine allucinogene vendute sotto forma di francobollini, come l’LSD. O la 1P-LSD, altra sostanza allucinogena nuovissima, immessa sul mercato poco più di un mese fa e già andata a ruba. Anche la AL-LAD, droga psichedelica sempre della famiglia LSD, riscuote ottime recensioni nei forum in cui gli psiconauti si scambiano consigli su dosaggi e somministrazioni. «Non so come interagirà l’alcol con la sostanza, di cui non conosco le interazioni, ma l’alternativa è rivelare che sono già sotto stupefacente», racconta su www.psychonaut.com un utente che sta riassumendo la sua prima esperienza con la CTMP, un potentissimo stimolante comprato on line. «In questo momento però mi accorgo che gli effetti si stanno rendendo fin troppo evidenti. A parte il mio inconsueto atteggiamento, mi si insinua nel cervello un’irrefrenabile istinto a smandibolare. Io tengo ai miei denti, sono sani e bianchi, e tale voglio che rimangano! Per cui, come quando sniffo mefedrone, interpongo la lingua tra le due arcate dentarie per distanziarle… per poi finire a masticarmi incontrollabilmente o distrattamente la lingua».
Nel catalogo delle sostanze reperibili su siti, si può trovare una lunga lista di molecole. Dalla sintacaina che nel 2012, quando fu segnalata al «sistema di allerta precoce» del DPA, era nota come la «cocaina legale», alle triptamine, passando per i catinoni, molecole sintetizzate in laboratorio che agiscono in maniera simile alla pianta del khat. Nomi che per i conoscitori delle nuove sostanze psicoattive profumano però di antico. Le novità più recenti, oltre ai «cugini» dell’LSD citati prima, si chiamano etilfenidato, modafiendz, diphenidine (considerata l’equivalente legale della chetamina). Ogni volta che si clicca su una sostanza, accanto alle informazioni di base compare la scritta «not for human consumption». Una foglia di fico, spiegano gli inquirenti, che serve per conservare a siti che pretendono di rivolgersi alla ricerca farmaceutica un’aurea di legalità. Altri siti, come «www.bomgbasticshop.com», spingono senza fronzoli sul marketing, offrendo pillole ribattezzate «halucium», «hawaiinium», «iridium – bongbastic», etc.
Le forze dell’ordine non sempre riescono a intervenire: www.zamnesia.it era stato chiuso dai Nas nel 2013, ma non tutti i provider lo hanno oscurato. E proprio qui è stata acquistata una droga (naturale) sequestrata di recente nelle Marche: «tartufi magici» allucinogeni. Un capitolo a parte meritano infine i «cannabinoidi sintetici», acquistabili con facilità, anche allo stato liquido per sigaretta elettronica. «Sul loro conto regna una confusione assoluta», spiega il dottor Carlo Locatelli, «vengono acquistati come alternativa alla cannabis quando in realtà sono sostanze non naturali che hanno effetti estremamente più dannosi e totalmente imprevedibili».

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